SULLA STRADA DELLA NEUTRALITÀ TECNOLOGICA

29 Luglio 2025

Il mondo sta cambiando molto velocemente e aumentano le incertezze. La crescita economica globale va a fasi alterne, l’inflazione oscilla ma rimane in agguato, le tensioni geopolitiche restano a livelli elevati, si profilano scontri commerciali tra Paesi e nascono nuove esigenze di sicurezza militare. Sono necessarie enormi risorse finanziarie. Contemporaneamente, il cambiamento climatico non accenna a invertire il suo cammino e aumenta il riscaldamento del Pianeta. Anche qui servono enormi risorse finanziarie, impossibile trovarle adesso per fronteggiare entrambe le emergenze, è necessario un punto di equilibrio. Ed è quello che l’Europa sta iniziando a fare, provando a impostare una transizione energetica meno vincolante di quella di un tempo. A partire da nuovi possibili accordi che permettano alle nazioni di destinare risorse anche in altre direzioni, senza penalizzare la lotta al cambiamento climatico, consentendo così alle imprese di affinare tecnologie meno costose sul fronte della produzione e ugualmente efficaci dal punto di vista ambientale. La parola che sintetizza questa formula è “neutralità tecnologica”, cioè il principio per cui la transizione energetica è realizzabile con un approccio flessibile, utilizzando un’ampia gamma di tecnologie disponibili e non dipendendo, invece, solo da un’unica soluzione. Si deve usare, in sostanza, un mix di tecnologie in base alle disponibilità, alla maturità, alla convenienza e all’efficacia.

Non si tratta di una retromarcia, ma di un aggiustamento necessario. Così da Bruxelles si pensa a rinviare le multe alle case automobilistiche che inquinano, preso atto che le immatricolazioni delle auto elettriche non decollano. Si punta, quindi, a una maggiore flessibilità negli obiettivi prefissati relativi alle emissioni di CO2, valutando al contempo una possibile proroga triennale della scadenza per l’entrata in vigore del divieto di produzione di vetture con motori esclusivamente termici. Anche per la produzione elettrica le prospettive stanno cambiando. Fermo restando l’impegno a proseguire sulla strada delle rinnovabili, c’è una sensibilità diversa nei confronti della produzione di origine nucleare, con l’Italia tra i Paesi più attenti agli sviluppi nel settore. Il dibattito ora è aperto sulla fusione nucleare a confinamento magnetico, una tecnologia che ha l’obiettivo di fornire energia pulita, sia ai grandi insediamenti produttivi che a quelli più piccoli. Occorre tempo e ricerca, ma la strada per avere un Pianeta più pulito può essere solo quella della ricerca, che intanto dà i suoi frutti pratici. I treni a gasolio ancora esistenti inquinano? Nel 2026 arriveranno i primi alimentati a idrogeno. Le batterie al litio delle auto e dei telefonini sono a rischio per la difficoltà a reperire il materiale? In Giappone hanno lanciato la prima power bank per telefonini agli ioni di sodio: e di sale nel mondo ce n’è a volontà! Adesso costano molto, ma presto saranno economiche. La strada si è fatta più complicata, ma non si arretra dall’obiettivo di un Pianeta meno inquinato. Con pazienza e neutralità tecnologica.

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