VIAGGIA E GUSTA

5 Novembre 2025

di

Clelia Arduini

Dal piacere della tavola all’esperienza sul territorio: alla scoperta dell’eccellenza enogastronomica italiana che conquista il mondo

È sempre più desiderabile mettere le mani in pasta: imparare a confezionare granite alle mandorle a Randazzo, ai piedi dell’Etna, in Sicilia, gustandole fino all’ultima goccia come se non ci fosse una fine; immergersi in guantiere di burrate e di orecchiette tra i villaggi di pietra nella Valle dell’Itria, in Puglia, scoprendo che l’olio extravergine d’oliva è un balsamo dell’anima; esplorare i mercati galleggianti di Bangkok, in Thailandia, mentre si assapora il cibo di strada sotto gli occhi di un varano di fiume; partecipare a corsi di cucina per diventare campioni di tortillas fresche, tamales e mole a Oaxaca, in Messico; accarezzare una forma di Bitto con il suo aroma antico sugli alpeggi delle Alpi Orobie della provincia di Bergamo, tra vacche di razza Bruna e capre di razza Orobica.

È il turismo enogastronomico, bellezza. Il primo fra tutti i turismi cui abbiamo dedicato il supplemento di questo numero della rivista.

Non è solo semplice cibo al centro del viaggio, ma un modo per stare bene e per vivere attorno al mondo esperienze conviviali; un motore di socialità ed economia che “muove il Sole e l’altre stelle”, come direbbe il Sommo Poeta.

Il nostro Belpaese, in particolare, è una cornucopia di giacimenti alimentari, grazie a un’appetitosa genetica acquisita sul campo (un’espressione che in questo caso calza a pennello) con secoli di ingegnose attività umane legate alla ruralità. Un grande appeal per i turisti in continua ricerca di autenticità e genuinità.

I numeri dell’ENIT (aggiornati a maggio 2025, in occasione della Giornata della ristorazione) parlano chiaro: il turismo enogastronomico ha portato a casa un +176% nei soggiorni, 2,4 milioni di presenze e 395,5 milioni di euro di spesa internazionale, in aumento del +9% sul 2023. Dati col botto, che ribadiscono l’assoluto valore di questo strategico mercato, ampliato nel tempo dalla TV, per esempio con cooking show e con serie televisive dedicate, mentre il fenomeno del set-jetting (cioè viaggi nei luoghi delle serie TV) rafforza la popolarità delle destinazioni meno note.

LA CUCINA E I SOCIAL

Specie negli ultimi anni (complice anche il Covid che ci ha costretto a casa, spingendoci a cucinare ogni giorno per un battaglione), sono stati i social media gli artefici del successo della cucina in tour: i cosiddetti reel e post pubblicati su Instagram e su TikTok hanno reso virali immagini e racconti legati al cibo, appassionando le persone, non solo a esercitarsi ai fornelli, ma a esplorare le culture culinarie del mondo durante i propri viaggi, grazie anche agli influencer percepiti, specie dai Millennial e dalla Generazione Z, come voci autorevoli, quasi guide spirituali del loro viaggiare.

Filmatini accattivanti, con pentole fumanti stracolme di ingredienti esotici o nostrani e con esseri umani di tutte le età, scorrono sotto gli occhi del Pianeta, attimo dopo attimo, fra scaloppine, polli arrosto, massaman curry, sushi, anatre laccate, frittate di maccheroni, hamburger. Secondo il Rapporto sul turismo enogastronomico 2024, #Food si trova in almeno 250 milioni di post pubblicati su Instagram, con il 38% degli utenti della piattaforma che guarda contenuti legati al cibo e con il 27% che li condivide. Dunque, il cibo può ormai essere definito una “commodity esperienziale”, una componente irrinunciabile per un viaggio di conoscenza più ricco, al pari di Natura e Cultura. In sintesi, una porta di accesso, come specifica il rapporto sopracitato, che si schiude sulla cultura autoctona perché degustare piatti e scoprire ricette del territorio, visitare i luoghi di produzione, partecipare a eventi e food tour, significa vivere esperienze culturali a tutto tondo, capaci di far emozionare il turista con le tradizioni e i valori della meta visitata. Nel top degli oltre 800 prodotti riconosciuti con marchio DOC, IGP e STG (secondo i dati della Fondazione Metes del 2023), avanza il formaggio, cui è stato dedicato l’anno scorso uno studio specifico, che analizza l’attrattività del turismo legato al prodotto caseario, in Italia formato da un cast stellare. Il 32,7% dei turisti italiani dichiara, infatti, di aver partecipato nel corso dei viaggi degli ultimi tre anni ad almeno un’esperienza con al centro il formaggio, tra visite ai caseifici, eventi, festival, itinerari tematici e momenti dedicati nei ristoranti, con i numeri che sono lievitati nell’ultimo triennio (+7,3% sul 2021). Si evolve, quindi, l’offerta, con i caseifici che si trasformano in cheese bar, mentre alle tradizionali visite e degustazioni si affiancano nuove e coinvolgenti proposte come i corsi di cheese pairing e i laboratori del formaggio.

L’ENOTURISMO

Ma la star è l’enoturismo. Negli ultimi anni il settore ha registrato una crescita straordinaria, con le aziende vinicole che hanno implementato i servizi digitali per migliorare l’accoglienza e incrementare le vendite dirette (oltre il 25% del loro totale). Un boom con oltre 13 milioni di turisti nazionali e internazionali, che ha portato alla creazione di nuove attività, come visite guidate, degustazioni tematiche, eventi culturali, trekking nei vigneti, vendemmia partecipata, dedicati in specie alla Generazione Z in cerca di emozioni creative e sostenibili. È un mondo, quello del cibo in viaggio, sempre più accessibile, grazie anche all’uso dell’IA che propone itinerari personalizzati in base a gusti, budget, restrizioni alimentari, passioni, offrendo nel breve futuro assistenza, storytelling immersivo, inclusività, edutainment e persino una migliore qualità dei flussi turistici.

TURISMO

esperienze emozionanti Dalla consolidata collaborazione tra l’expertise ambientale dell’Arma dei Carabinieri e la lunga esperienza del Touring Club Italiano, è nato il supplemento della rivista #Natura, allegato a questo numero. Un progetto editoriale che unisce competenze ambientali e turistiche per ripensare completamente il modo di viaggiare e vivere le vacanze. Dal turismo enogastronomico a quello esperienziale, dal fantaturismo a quello delle radici: il supplemento esplora i nuovi trend su come viaggiare in modo consapevole e sostenibile. Perché leggerlo? Offre spunti concreti alternativi al turismo di massa, privilegiando esperienze autentiche, viaggi slow e un approccio rispettoso della Natura. Una risorsa preziosa per chi vuole contribuire a contrastare l’overtourism senza rinunciare alla bellezza del viaggio.

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