OLTRE L’ISTINTO

29 Luglio 2025

di

Fabrizio Bulgarini

La sorprendente personalità degli animali

Mi è capitato di rimanere affascinato, osservando le interazioni di uccelli a una mangiatoia o di animali a una pozza d’acqua in Africa: alcune specie sono dominanti e manifestano comportamenti aggressivi, con precise posture del corpo che possono arrivare fino a scontri fisici, altre si dimostrano reciprocamente tolleranti. Ciò avviene tra generi diversi, ma anche tra individui della stessa specie. Quali sono le regole alla base di queste complesse interazioni? Negli ultimi anni, lo studio della personalità dei singoli individui rappresenta una nuova frontiera della ricerca scientifica. Per lungo tempo abbiamo considerato gli animali come esseri guidati principalmente dall’istinto, in grado di reagire semplicemente agli stimoli ambientali. Tuttavia, un crescente numero di studi sta rivelando una realtà molto più complessa e affascinante: gli animali possiedono individualità distinte, ovvero delle vere e proprie personalità, caratteristiche che per secoli sono state attribuite esclusivamente alla specie umana, quella dotata di un cervello più sviluppato e complesso. Oggi i risultati della ricerca sembrano dirci qualcosa di diverso.

In realtà, non si tratta di un’idea del tutto nuova: chiunque abbia avuto degli animali domestici avrà certamente notato le differenze individuali ma, solo negli ultimi decenni, la scienza ha iniziato a studiarle sistematicamente, fornendo prove concrete e aprendo nuove prospettive sulla cognizione e sul comportamento animale, anche nelle specie selvatiche.

Cinciallegra – Foto F. Cianchi

Gli studi sulla personalità animale hanno rivelato che questa variabilità non è prerogativa dei primati e delle specie più adattabili e versatili come la volpe. Anche uccelli, pesci e persino invertebrati mostrano diversità individuali nel comportamento, che possono essere considerate tratti della personalità. Alcune specie di ragni evidenziano differenze singole molto marcate: alcuni sono più aggressivi nella caccia, mentre altri adottano strategie più pazienti; è stato anche osservato come la personalità possa influenzare il ruolo all’interno della colonia.

È sorprendente constatare come molte specie mostrino comportamenti con differenze consistenti, con individui timidi e altri spavaldi, qualcosa che nell’uomo definiremmo carattere introverso ed estroverso. Infatti, è stato dimostrato che alcuni individui esibiscono tratti di personalità simili a quelli osservati negli esseri umani, come l’audacia, la timidezza, la socievolezza, l’aggressività o la curiosità. Tutto ciò sembra variare con il sesso, il contesto ecologico e la storia individuale.

Ma quali vantaggi evolutivi rappresenta questa variabilità all’interno di una stessa specie?

Una delle principali ipotesi è che diverse personalità di una popolazione possano essere vantaggiose in ambienti con condizioni variabili, favorendo l’adozione, da parte dei singoli individui, di strategie diversificate funzionali ad affrontare le sfide ambientali, come la ricerca di cibo, il confronto con i predatori e l’interazione sociale. In un ambiente in continua evoluzione, questa diversità può aumentare la resilienza della popolazione nel suo complesso.

Tutto ciò ha anche delle importanti implicazioni nelle strategie di conservazione delle specie: ad esempio, la migliore comprensione della personalità può influenzare il successo della reintroduzione di una specie in Natura. Alcuni studi suggeriscono che individui più esplorativi o audaci possono avere maggiori probabilità di sopravvivere in nuovi ambienti, mentre in altri casi esemplari più timidi potrebbero avere un vantaggio rispetto al rischio di predazione.

Mangiatoia – Foto F. Cianchi

Una specie diventata un modello importante nella ricerca sulla personalità animale è la cinciallegra. I ricercatori hanno identificato diversi tratti di personalità e le relazioni con aspetti fondamentali della vita di questi uccelli, come la capacità di esplorazione e il foraggiamento, l’audacia e il rischio di predazione, l’aggressività e la posizione nella gerarchia sociale, la timidezza e il successo riproduttivo. È stata anche verificata una certa plasticità della personalità nel tempo, in relazione ai cambiamenti ambientali e durante le diverse fasi della vita.

Questa variabilità comportamentale è stata studiata anche in relazione alle basi fisiologiche e genetiche, identificando alcuni geni potenzialmente coinvolti nella variazione comportamentale, come il gene del recettore della dopamina, associato al comportamento di ricerca delle novità e all’esplorazione. Tali ricerche aprono nuove frontiere nella comprensione degli animali, con implicazioni concrete nella conservazione delle specie minacciate, nella gestione e benessere animale, nelle risposte ai fattori di stress e alle modalità di adattamento ai cambiamenti ambientali, inclusi quelli climatici.

Leggi anche

Scopri come abbonarti
alla rivista #Natura!

Abbonati ora