GOLDRAKE ECOLOGISTA SPAZIALE

6 Ottobre 2025

di

Lorenza Colletti

Il super robot dal cuore verde che negli anni Settanta e Ottanta ha conquistato grandi e piccini soprattutto in Italia e Francia. Un fenomeno che a quasi cinquant’anni dalla sua nascita desta ancora attenzione e tanta passione

Si trasforma in un razzo missile, con circuiti di mille valvole, tra le stelle sprinta e va… Ma chi è? Goldrake, ovviamente! Il robot gigante che ha fatto sognare e segnato in modo indelebile la vita di tante generazioni, soprattutto in Italia e in Francia.

Goldrake ha rappresentato un fenomeno di costume collettivo e transgenerazionale, che all’urlo di “lame rotanti” o “doppi magli perforanti” ha avvicinato adulti e bambini, per non parlare delle ragazzine, perdutamente innamorate del bel pilota Actarus.

Il cartone giapponese, scaturito dalla mente di Go Nagai, prodotto dalla Toei Animation nel 1975, sta per compiere cinquant’anni. Vista la recente rivisitazione delle avventure del robot con il titolo di “Grendizer U”, è interessante notare come i messaggi educativi contenuti nel visionario anime “Ufo Robot”, siano ancora così attuali, in particolare quelli sulla protezione dell’ambiente.

LA TERRA, UNA FRAGILE MERAVIGLIA

Concepito come un attrattivo spettacolo per ragazzi, il cartone è un’opera profonda, nella quale emerge la necessità di proteggere la Terra, la Pace e l’Ambiente. Tolti i combattimenti rutilanti ed esplosivi tra il robottone Goldrake, metà guerriero samurai e metà eroe vichingo, e i mostri meccanici di Vega, che sono l’elemento centrale di ogni episodio, ciò che ruota di continuo attorno ai personaggi sono gli scenari naturali della zona centrale del Giappone. Grandi boschi di abeti rossi e betulle, montagne innevate, laghi cristallini, torrenti, cascate e spiagge marine appaiono nello scorrere delle stagioni. Del resto, la principale religione del Giappone, lo scintoismo, attribuisce grande importanza alla Natura, considerandone sacro ogni elemento. Molte le scene rurali, soprattutto all’inizio, nella fattoria in stile ranch dove vive il protagonista che ospita cavalli, mucche e animali da cortile. Sulla scena fanno spesso capolino piante e animali: la primula silvestre (Primula sieboldii), che spunta dalla neve con coraggio e tenacia, il giglio di montagna (Lilium auratum) per la purezza o il narciso (Narcissus tazetta) per speranza e resistenza. Lo stesso Actarus, ventenne forte e deciso ma anche saggio e malinconico, mostra di amare moltissimo la Natura del Pianeta che lo ha accolto. Odia la violenza, ma non esita a utilizzarla per proteggere la meravigliosa e fragile Terra. Di aspetto informale, un po’ cowboy e un po’ hippy, è solito compiere lunghe cavalcate nei pascoli, suonare la chitarra al chiaro di luna, contemplare gli scenari naturali o campeggiare in compagnia. Un alieno magico nei suoi superpoteri, ma umano nell’apparenza e nell’attaccamento agli amici e alla nuova Patria. Il messaggio di inclusione, oltre che verso il protagonista, un profugo di guerra ferito e traumatizzato, si estende anche a vari nemici spaziali che si “pentono” e vengono accolti dalla sua comunità e dalla Terra, finendo però per morire. L’etica giapponese del bushido non ammette il tradimento, neanche verso i cattivi della storia. Succede a Naida, l’affascinante ragazza di Actarus, sacrificatasi in un immenso tramonto per salvarlo e a Rubina, figlia di Re Vega e sua promessa sposa, che muore in una prateria gialla di fiori di colza, noti in Giappone come nanohana e apprezzati sia per scopi ornamentali che alimentari.

Da notare, infine, il ruolo di primo piano giocato dal mondo vegetale anche nella conclusione. Il nostos verso casa di Actarus, novello Ulisse “verde”, è caratterizzato dal dono degli amici terrestri, un pugno di semi da spargere sul suo pianeta, forse proprio di colza, una delle prime colture a fiorire dopo l’inverno, mentre sua sorella riceve un mazzo di rose rosse, simbolo di passione e future nascite.

LA FORTUNA DEL CARTONE ANIMATO

Ufo Robot è la terza serie robotica, in una trilogia che vede Mazinga Z e Grande Mazinga. In Italia arrivò però per primo, grazie all’interessamento di Nicoletta Artom, passando dalla Francia che ne aveva acquisito i diritti. La prima puntata andò in onda su Rete 2 il 4 aprile 1978, suscitando enorme interesse tra giovani e meno giovani per la sua novità, l’energia e la dinamicità, sostenute da un doppiaggio coinvolgente e da una potente colonna sonora, diventando subito un fenomeno di costume e commerciale di ampia scala. Settantuno delle settantaquattro puntate andarono in onda in circa due anni, provocando entusiasmo ma anche vivo dissenso per le scene ritenute drammatiche e troppo violente. Tra un’alabarda spaziale e una lama rotante si affrontarono anche nomi illustri di critici e sostenitori, tra i primi Dario Fo e tra i secondi Gianni Rodari. Di tanto clamore oggi resta un fatto innegabile: che questa serie eroica, visionaria ed ecologica ha plasmato l’infanzia di tutti noi, che sul finire degli anni Settanta vivemmo all’ombra di Goldrake.

TRAMA

Goldrake- di segno di F. Violetto

Il principe ereditario del pianeta Fleed è costretto a fuggire dalla sua terra natale dopo che questa viene conquistata e distrutta dal malvagio imperatore Vega. Duke Fleed, questo il nome del principe, riesce a scappare grazie all’arma più avanzata del pianeta, l’astronave/robot Goldrake. Dopo un estenuante viaggio approda sul Pianeta Terra. Qui il giovane alieno viene salvato e adottato dal professor Procton, un brillante scienziato a capo di un istituto di ricerca. Procton, per mascherare le origini extraterrestri di Duke, gli dona il nome di Actarus e lo presenta agli altri terrestri come il figlio tornato da un lungo viaggio all’estero. Tuttavia, l’impero di Vega non ha saziato la sua fame di conquista e, visto che la loro stella natale sta per morire, decidono di conquistare la Terra. Comincia così un’estenuante guerra fra gli alieni e i terrestri, che vengono difesi da Actarus a bordo del Goldrake, difensore estremo della libertà della Terra, che ormai chiama casa. A fianco dell’eroe combattono il coraggioso Alcor, la bella Venusia e la giovane Maria, sorella di Actarus che egli credeva morta.

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